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Fuggite dalle novità introdotte nel Culto Divino. Dio non cambia. La Bolla di San Pio V rimane in vigore per sempre

Ciò che è stato insegnato da Gesù Cristo e, dopo di Lui, dalla Santa Chiesa cattolica per secoli, dovrebbe accompagnare i tempi moderni con le loro esagerazioni, la loro empietà e le loro derive. Ritornate al Culto Divino di sempre

photoConvertitevi, è urgente! “Non mi stancherò mai, finché sarò viva, finché Cristo mi terrà in vita, griderò, griderò sempre: Fratelli, per favore convertitevi! Fratelli, per favore convertitevi, è urgente! Non perdete tempo, è urgente! Perché molti aspettano grandi eventi a poco a poco, No! I grandi eventi accadranno nel giro di giorni! Tutti! E arriverà l'Avvertimento! [...] Confidiamo nella parola di Cristo e chiediamo allo Spirito Santo il discernimento per non prendere decisioni sbagliate" –Luz de Maria.

(466) - Messaggio del Cielo a Suor Beghe, Francia. Fai il segno della Croce e leggi tutto senza fretta

§1: Ad ogni Santa Messa, Mi offro al Padre Mio Celeste per la vostra salvezza
§2: Chiunque voglia essere salvato, deve prima di tutto professare la fede cattolica
§3: Ritornate al Culto Divino di sempre
§4: Il «Simbolo» di Sant'Atanasio
§5: San Pio V, Costituzione Apostolica «Quo Primum»

Volto Santo di Nostro Signore Gesù Cristo

§1

(Lettura: 4-5 min)
«Miei carissimi, Miei amati, siate benedetti, voi che siete molto vicini al Mio Sacro Cuore. 

Vi amo così tanto che non smetto mai di rinnovare ogni giorno il Mio Sacrificio della Croce.

Ad ogni Santa Messa, Mi offro al Padre Mio Celeste per la vostra salvezza, in tutta la durezza, la sofferenza e la crudeltà della Mia Passione e della Mia Croce.

La Santa Messa è il rinnovamento incruento del Mio Sacrificio, ma cosa significa?

Significa forse che sull'altare della vostra chiesa tutto è incruento, tutto è calmo, tutto è ripetitivo nella noia per alcuni, nell'impazienza di finire per altri?

Figli Miei, se i vostri occhi potessero vedere l'invisibile, Mi vedreste alla Messa che porto la Mia Croce lungo il lungo cammino del Calvario. Mi vedreste durante tutti gli eventi che Mi hanno condotto dal Giardino degli Ulivi alla Mia Resurrezione, passando attraverso tutte le fasi delle Mie sofferenze e delle Mie umiliazioni:

Passio

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  • La Mia flagellazione. La Mia coronazione di spine.
  • La Mie cadute. La Mie lacerazioni.
  • La Mia nudità. La Mie mani e i Miei piedi trafitti e inchiodati al legno della Croce.
  • La Mia sospensione con le braccia aperte per attirarvi tutti a Me.
  • La Mia sete del vostro pentimento. La Mia Morte in piena lucidità.
  • E poi, ciò che non è stato visto, l'attacco alla Mia Anima da parte di tutti i demoni dell'inferno, il loro abbraccio detestabile, la loro furia ferita, maleodorante e angosciante.
  • Il Mio combattimento spirituale fu vinto e Mi elevai allora lontano dai loro artigli laceranti e dal loro alito fetido e, elevandomi verso la terra per risorgere, passai attraverso gli “inferi”, dimora delle anime dopo la morte, alcune più tenebrose di altre, e aprii allora il Purgatorio alle anime destinate ad entrare nel Mio Paradiso ma non ancora purificate.

§2

Infatti, finché non Mi ero offerto al Padre Mio per la salvezza delle anime, il mondo invisibile non offriva zone cristiane di soddisfazione dei peccati e il Paradiso era vuoto.

Il Limbo dei Giusti, chiamato anche Limbo dei Patriarchi, era una zona di credenti in Yahweh in attesa della loro liberazione, ma il Signore Gesù, che vi parla, non aveva ancora rivelato il Mistero della Santissima Trinità; e ogni anima che entra nelle sfere cristiane del mondo invisibile - il Purgatorio e il Paradiso - deve aver giurato fedeltà al Mistero della Santissima Trinità, Dio unico in Tre Persone, secondo il simbolo di Sant'Atanasio (VI secolo) [1] che inizia così:

“Chiunque voglia essere salvato, deve prima di tutto professare la fede cattolica, e chi non l'avrà conservata inviolabilmente e integralmente, senza alcun dubbio, perirà eternamente.”

Meditate, Miei carissimi, Miei amati, Miei dolcissimi figli del Padre Celeste, meditate queste parole così chiare, senza ambiguità, ma anche senza concessioni.

Meditate queste due parole: “inviolabilmente” e “integralmente”.

Non sono chiamati, alcuni cattolici, in modo sbagliato “recalcitranti” o “integralisti” da chi apprezza la modernità e i cambiamenti nella Chiesa?

Non hanno forse essi piuttosto la volontà santa e fedele all'insegnamento del Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, di conservare il Suo insegnamento “inviolabilmente” e “integralmente”?

§3

Ciò che è stato insegnato da Gesù Cristo e, dopo di Lui, dalla Santa Chiesa cattolica per secoli, dovrebbe accompagnare i tempi moderni con le loro esagerazioni, la loro empietà e le loro derive, o non dovrebbe piuttosto rimanere radicato nella sua “inviolabilità” e nella sua “integrità”?

Porre la domanda è rispondere.

Miei cari figli, fuggite dalle novità introdotte nel Culto Divino, l'uomo cambia ma Dio non cambia.

Ritornate al Culto Divino di sempre, così come è stato concepito e confermato nel corso dei secoli, codificato irrevocabilmente dal Concilio di Trento e dalla Bolla “Quo Primum Tempore” (1570) di Papa San Pio V, affinché, fedeli al Simbolo di Sant'Atanasio, desideriate essere salvati mantenendo la fede cattolica in modo inviolabile e integrale.

Ma a quelli di voi che, in buona fede ma non informati, pensano che l'autorità di papa Paolo VI fosse giustificata nel cambiare il rito della Messa, vi cito un importante passaggio di questa Bolla di san Pio V:

“Con la presente costituzione, che è valida per sempre, abbiamo deciso e ordiniamo, sotto pena della nostra maledizione, che nulla sia mai aggiunto, tolto o modificato al Messale che abbiamo appena pubblicato.

E inoltre, con le disposizioni del presente documento e in nome della nostra autorità apostolica, concediamo e accordiamo che questo stesso Messale possa essere seguito integralmente nella Messa cantata o letta, in qualsiasi chiesa, senza alcuno scrupolo di coscienza e senza incorrere in alcuna punizione, condanna o censura, e che possa essere validamente utilizzato liberamente e lecitamente, e ciò a perpetuo beneficio [...].

Nessun sacerdote o religioso può essere obbligato a celebrare la Messa in modo diverso da come abbiamo stabilito, e nessuno potrà mai e in nessun momento costringerli o obbligarli ad abbandonare questo Messale o ad abrogare la presente istruzione o a modificarla, ma essa rimarrà sempre in vigore e valida, in tutta la sua forza [...].”

Vi aspetto in chiesa e non sarete delusi. Vi aspetto davvero, personalmente. Venite, non indugiate

E Io, Dio, affermo che questa Bolla rimane in vigore per sempre con tutta la sua forza e il suo vigore e nessuno potrà mai dire che siete cattivi perché seguite la Messa detta “Tridentina” [2], o “Tradizionale” perché è sempre stata celebrata, soprattutto da quando San Gregorio I, detto il Grande, nel VI secolo.

E Io, vostro Signore, vi do le Mie grazie per seguirmi, per essermi fedeli e per amarmi.

Vi benedico nel Nome (+) del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.

Il vostro Signore e vostro Dio».

 

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Papa Paolo VI approva la Messa Novus Ordo (1969) che, con il Concilio Vaticano II, è causa di tutte le conseguenti disgrazie spirituali e materiali alla Chiesa Cattolica, incluso un'altra perla della apostasia modernista: la messa Pachamamica ecologica approvata da Leone XIV.
Papa Francesco introduce Traditionis Custodes, una lettera apostolica emessa il 16 luglio 2021, che "limita" (l'intento vero è di abolire) l'uso della Messa tradizionale in latino così da non far vedere platealmente il fallimento spirituale della Messa Novus Ordo  con tutte le susseguenti aberrazioni che nel tempo si sono prodotte nelle chiese dopo il Vaticano II (con la tacita approvazione di sacerdoti, vescovi, cardinali e fedeli “modernisti”); che porterà a uno scisma, all’eliminazione della Messa come Sacrificio "incruento" di Cristo che ripete nel tempo quello "cruento" del Calvario, al "Nulla Ecumenico” di un’unica religione globale di eretici, separati, apostati, altri falsi credi, fino all'adorazione, alla luce del sole, del nemico di Dio attraverso il suo anticristo.

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Quindi se la Bolla di San Pio V "rimane in vigore per sempre con tutta la sua forza...", allora Papa Paolo VI e Papa Francesco? 

"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita...

Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai...

così l’animo mio ch’ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva..."

-Inferno, Canto I, Dante Alighieri

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§4

Il Simbolo di Sant'Atanasio

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Antico libro in antico slavo ecclesiastico. La pagina contiene il Simbolo Atanasiano. Černihiv, Museo.

Il Simbolo Atanasiano è significativo soprattutto per la Dottrina Trinitaria, che esso esprime in maniera forte per combattere l'arianesimo. Nella liturgia della Chiesa occidentale era recitato nell'ufficio divino domenicale di prima. Nel Rito Ambrosiano invece, viene usato come inno dell'Ufficio delle Letture, al posto del Te Deum, la domenica della Santissima Trinità.

  • (1) Chiunque voglia venir salvato, è necessario anzitutto che abbia la fede cattolica:
  • (2) se qualcuno non l’avrà conservata integra e inviolata, senza dubbio perirà in eterno.
  • (3) La fede cattolica è che veneriamo un solo Dio nella Trinità, e la Trinità nell’unità,
  • (4) non confondendo le persone, né separando la sostanza:
  • (5) altra è infatti la persona del Padre, altra [la persona] del Figlio, altra [la persona] dello Spirito Santo;
  • (6) ma unica è la divinità del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo, eguale la gloria, coeterna la maestà.
  • (7) Quale (è) il Padre, tale (è) il Figlio, tale anche lo Spirito Santo:
  • (8) non creato il Padre, non creato il Figlio, non creato lo Spirito Santo;
  • (9) immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo;
  • (10) eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo;
  • (11) e tuttavia non tre eterni, ma un solo eterno;
  • (12) come neppure tre non creati, né tre immensi, ma un solo non creato [immenso] e un solo immenso [non creato].
  • (13) Così pure onnipotente (è) il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo;
  • (14) e tuttavia non tre onnipotenti, ma un solo onnipotente.
  • (15) Così (è) Dio il Padre, Dio il Figlio, Dio lo Spirito Santo;
  • (16) e tuttavia non tre Dèi, ma un solo Dio.
  • (17) Così (è) Signore il Padre, Signore il Figlio, Signore lo Spirito Santo;
  • (18) e tuttavia non tre Signori, ma uno solo [-!] è Signore:
  • (19) giacché come veniamo obbligati dalla verità cristiana a professare ogni persona singolarmente come Dio e Signore,
  • (20) così la religione cattolica ci vieta di parlare di tre Dèi o Signori.
  • (21) Il Padre non fu fatto da nessuno, né creato, né generato;
  • (22) il Figlio è solo dal Padre, non fatto né creato, ma generato;
  • (23) lo Spirito Santo (è) dal Padre e dal Figlio, non fatto né creato, né generato, ma procedente.
  • (24) Dunque un solo Padre, non tre Padri, un solo Figlio, non tre Figli, un solo Spirito Santo, non tre Spiriti Santi.
  • (25) E in questa Trinità, nulla (è) prima o dopo, nulla maggiore o minore,
  • (26) ma tutte le tre persone sono tra loro coeterne e coeguali.
  • (27) Così che in tutto, come già è stato detto sopra, dobbiamo venerare sia l’unità nella Trinità sia la Trinità nell’unità [la Trinità nell’unità che l’unità nella Trinità].
  • (28) Chi dunque vuole essere salvato così deve pensare della Trinità.
  • (29) Ma è necessario per la salvezza eterna credere anche fedelmente l’incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo.
  • (30) È dunque fede retta che rendiamo e professiamo che il Signore nostro Gesù Cristo Figlio di Dio è [parimenti] [e] Dio e uomo:
  • (31) è Dio generato dalla sostanza del Padre prima dei secoli, ed è uomo nato dalla sostanza della madre nel tempo;
  • (32) perfetto Dio, perfetto uomo sussistente di anima intelligente e di carne umana;
  • (33) eguale al Padre secondo la divinità, inferiore al Padre secondo l’umanità;
  • (34) egli, sebbene sia Dio e uomo, non è tuttavia in due, ma un solo Cristo;
  • (35) uno solo però non per la trasformazione della divinità in carne, ma per l’assunzione dell’umanità in Dio;
  • (36) uno solo nella sua interezza, non per confusione della sostanza, ma per l’unità della persona.
  • (37) Infatti come un solo uomo è anima intelligente e carne, così l’unico Cristo è Dio e uomo.
  • (38) Egli patì per la nostra salvezza, discese agli inferi, il terzo giorno [-!] risuscitò dai morti,
  • (39) ascese ai cieli, siede [si assise] alla destra del Padre, di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
  • (40) Alla sua venuta, tutti gli uomini risorgono con i [nei] loro corpi e renderanno ragione della loro opere;
  • (41) e quanti operarono il bene, andranno alla vita eterna, quanti invece [-!] il male, nel fuoco eterno.
  • (42) Questa è la fede cattolica: chiunque [chi] non l’avrà creduta fedelmente e fermamente, non potrà essere salvato.

 

§5

San Pio V, Costituzione Apostolica «Quo Primum»

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PIUS EPISCOPUS. SERVUS SERVORUM DEI. AD PERPETUAM REI MEMORIAM

(14 luglio 1570)  «Quo primum tempore…»

  • I - Fin dal tempo della Nostra elevazione al sommo vertice dell’Apostolato, abbiamo rivolto l’animo, i pensieri e tutte le Nostre forze alle cose riguardanti il Culto della Chiesa, per conservarlo puro, e, a tal fine, ci siamo adoperati con tutto lo zelo possibile a preparare e, con l’aiuto di Dio, mandare ad effetto i provvedimenti opportuni. E poiché, tra gli altri Decreti del sacro Concilio di Trento, ci incombeva di eseguire quelli di curare l’edizione emendata dei Libri Santi, del Messale, del Breviario e del Catechismo, avendo già, con l’approvazione divina, pubblicato il Catechismo, destinato all’istruzione del popolo, e corretto il Breviario, perché siano rese a Dio le lodi dovutegli, ormai era assolutamente necessario che pensassimo quanto prima a ciò che restava ancora da fare in questa materia, cioè pubblicare il Messale, e in tal modo che rispondesse al Breviario: cosa opportuna e conveniente, poiché come nella Chiesa di Dio uno solo è il modo di salmodiare, così sommamente conviene che uno solo sia il rito per celebrare la Messa.
  • II - Per la qual cosa abbiamo giudicato di dover affidare questa difficile incombenza a uomini di eletta dottrina. E questi, infatti, dopo aver diligentemente collazionato tutti i codici raccomandabili per la loro castigatezza ed integrità – quelli vetusti della Nostra Biblioteca Vaticana e altri ricercati da ogni luogo – e avendo inoltre consultato gli scritti di antichi e provati autori, che ci hanno lasciato memorie sul sacro ordinamento dei medesimi riti, hanno infine restituito il Messale stesso nella sua antica forma secondo la norma e il rito dei santi Padri.
  • III - Pertanto, dopo matura considerazione, abbiamo ordinato che questo Messale, già così riveduto e corretto, venisse quanto prima stampato a Roma, e, stampato che fosse, pubblicato, affinché da una tale intrapresa e da un tale lavoro tutti ne ricavino frutto: naturalmente, perché i sacerdoti comprendano di quali preghiere, di qui innanzi, dovranno servirsi nella celebrazione della Messa, quali riti e cerimonie osservare.
  • IV - Perciò, affinché tutti e dovunque adottino e osservino le tradizioni della santa Chiesa Romana, Madre e Maestra delle altre Chiese, ordiniamo che nelle chiese di tutte le Provincie dell’Orbe cristiano: – nelle Patriarcali, Cattedrali, Collegiate e Parrocchiali del clero secolare, come in quelle dei Regolari di qualsiasi Ordine e Monastero, maschile e femminile, nonché in quelle degli Ordini militari, nelle private o cappelle – dove a norma di diritto o per consuetudine si celebra secondo il rito della Chiesa Romana, in avvenire e senza limiti di tempo, la Messa, sia quella Conventuale cantata presente il coro, sia quella semplicemente letta a bassa voce, non potrà essere cantata o recitata in altro modo da quello prescritto dall’ordinamento del Messale da Noi pubblicato; e ciò, anche se le summenzionate Chiese, comunque esenti, usufruissero di uno speciale indulto della Sede Apostolica, di una legittima consuetudine, di un privilegio fondato su dichiarazione giurata e confermato dall’Autorità apostolica, e di qualsivoglia altra facoltà.
  • V - Non intendiamo tuttavia, in alcun modo, privare del loro ordinamento quelle tra le summenzionate Chiese che, o dal tempo della loro istituzione, approvata dalla Sede Apostolica, o in forza di una consuetudine, possono dimostrare un proprio rito ininterrottamente osservato per oltre duecento anni. Tuttavia, se anche queste Chiese preferissero far uso del Messale che abbiamo ora pubblicato, Noi permettiamo che esse possano celebrare le Messe secondo il suo ordinamento alla sola condizione che si ottenga il consenso del Vescovo, o dell’Ordinario, e di tutto il Capitolo.
  • VI - Invece, mentre con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, priviamo tutte le summenzionate Chiese dell’uso dei loro Messali, che ripudiamo in modo totale e assoluto, stabiliamo e comandiamo, sotto pena della Nostra indignazione, che a questo Nostro Messale, recentemente pubblicato, nulla mai possa venir aggiunto, detratto, cambiato. Dunque, ordiniamo a tutti e singoli i Patriarchi e Amministratori delle suddette Chiese, e a tutti gli ecclesiastici, rivestiti di qualsiasi dignità, grado e preminenza, non esclusi i Cardinali di Santa Romana Chiesa, facendone loro severo obbligo in virtù di santa obbedienza, che, in avvenire abbandonino del tutto e completamente rigettino tutti gli altri ordinamenti e riti, senza alcuna eccezione, contenuti negli altri Messali, per quanto antichi essi siano e finora soliti ad essere usati, e cantino e leggano la Messa secondo il rito, la forma e la norma, che Noi abbiamo prescritto nel presente Messale; e, pertanto, non abbiano l’audacia di aggiungere altre cerimonie o recitare altre preghiere che quelle contenute in questo Messale.
  • VII - Anzi, in virtù dell’Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l’Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: così che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d’altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale.
  • VIII - Similmente decretiamo e dichiariamo che le presenti Lettere in nessun tempo potranno venir revocate o diminuite, ma sempre stabili e valide dovranno perseverare nel loro vigore. E ciò, non ostanti: precedenti costituzioni e decreti Apostolici; costituzioni e decreti, tanto generali che particolari, pubblicati in Concilii sia Provinciali che Sinodali; qualunque statuto e consuetudine in contrario, nonché l’uso delle predette Chiese, fosse pur sostenuto da prescrizione lunghissima e immemorabile, ma non superiore ai duecento anni.
  • IX - Inoltre, vogliamo e, con la medesima Autorità, decretiamo che, avvenuta la promulgazione della presente Costituzione, e seguita l’edizione di questo Messale, tutti siano tenuti a conformarvisi nella celebrazione della Messa cantata e letta: i Sacerdoti della Curia Romana, dopo un mese; quelli che sono di qua dei monti, dopo tre mesi; quelli che sono di là dei monti, dopo sei mesi o appena sarà loro proposto in vendita.
  • X - Affinché poi questo Messale sia ovunque in tutta la terra preservato incorrotto e intatto da mende ed errori, ingiungiamo a tutti gli stampatori di non osare o presumere di stamparlo, metterlo in vendita o riceverlo in deposito, senza la Nostra autorizzazione o la speciale licenza del Commissario Apostolico, che Noi nomineremo espressamente nei diversi luoghi a questo scopo: cioè, se prima detto Commissario non avrà fatta all’editore piena fede che l’esemplare, che deve servire di norma per imprimere gli altri, è stato collazionato con il Messale stampato in Roma secondo la grande edizione, e che gli è conforme e in nulla ne discorda; sotto pena, in caso contrario, della perdita dei libri e dell’ammenda di duecento ducati d’oro da devolversi ipso facto alla Camera Apostolica, per gli editori che sono nel Nostro territorio e in quello direttamente o indirettamente soggetto a Santa Romana Chiesa: della scomunica «latae sententiae» e di altre pene a Nostro arbitrio, per quelli che risiedono in qualsiasi altra parte della terra.
  • XI - Data però la difficoltà di trasmettere le presenti Lettere nei vari luoghi dell’orbe cristiano, e di portarle alla conoscenza di tutti il più presto possibile, Noi prescriviamo che esse vengano affisse e pubblicate come di consueto alle porte della Basilica del Principe degli Apostoli e della Cancelleria Apostolica, e in Piazza di Campo dei Fiori, dichiarando che sia nel mondo intero accordata pari e indubitata fede agli esemplari delle medesime, anche stampati, purché sottoscritti per mano di pubblico notaio e muniti del sigillo di persona costituita in dignità ecclesiastica, come se queste stesse Lettere fossero mostrate ed esibite.
  • XII - Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.
  • Dato a Roma, presso S. Pietro, il giorno 14 di Luglio, nell’anno mille cinquecento settanta, quinto del Nostro Pontificato». -Traduzione di Mons. Renato Pozzi

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  1. Sant’Atanasio di Alessandria è stato un vescovo e teologo greco antico, ottavo Patriarca della Chiesa Ortodossa d'Alessandria dal 328 con varie interruzioni fino al 373. È uno dei quattro Padri della Chiesa d'Oriente che portano il titolo di "Grande" insieme ad Antonio Abate, Basilio e Fozio di Costantinopoli. Le chiese copta, cattolica e ortodossa lo venerano come santo.
  2. “Messa Tridentina”, così chiamata per via del Concilio di Trento

 

Fonte srbeghe.blog