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La verità del Vangelo opposta alla falsità delle dottrine umane

Uno è il Vangelo: il mio. Una è la Chiesa: la mia, Cattolica Romana. Uno è l'Altare. Una è la Croce: la mia. Non ci sono altre croci

 Gesù nostro Maestro(CEV) "I Quaderni 1944", p. 66 - Dice Gesù: "[...] Di Fede ce ne è una sola che sia vera. La mia. Così come Io ve l'ho data, gemma divina la cui luce è vita. In essa fede non basta rimanere di nome così come rimane un pezzo di marmo messo per caso in una stanza. Ma occorre fondersi ad essa e fare di essa parte di voi.

È vita per voi l'abito che portate? Vi diviene forse carne e sangue? No. È un indumento che vi è utile, ma che, se ve lo togliete per indossarne un altro, non togliete nulla al vostro interno. Mentre il cibo che prendete si fa vostro sangue e vostra carne e non potete più levarlo da voi. È parte, ed essenziale, di voi, perché senza sangue e senza carne non potreste vivere e senza cibo non avreste carne e sangue. Lo stesso è della Fede. Non deve essere una cosa appoggiata in date ore su voi, così come un velo per apparire più belli e sedurre i fratelli, ma deve essere parte intrinseca di voi, inseparabile da voi, vitale in voi. La fede non è soltanto speranza di cose credute, la fede è realtà di vita. Vita che comincia qui, in questa chimera della vita umana, e che si compie nell'aldilà, in quel vivere eterno che vi attende.

Oggi sta accadendo una grande eresia, una sacrilega al sommo eresia. Il figlio di Satana, uno dei figli e che potrei dire uno dei più grandi, non il più grande passato che è Giuda, non il più grande avvenire che sarà l'Anticristo, ma uno di quelli ora viventi per castigo dell'uomo che ha adorato l'uomo e non Dio, dandosi la morte attraverso all'uomo mentre lo, Dio, avevo dato all'uomo la Vita attraverso alla mia morte - meditate questa differenza - il figlio di Satana bandisce una nuova fede che è parodia tragica, sacrilega, maledetta della mia Fede. Si bandisce un nuovo vangelo, si fonda una nuova chiesa, si eleva un nuovo altare, si innalza una nuova croce, si celebra un nuovo sacrificio. Vangelo, chiesa, altare, croce, sacrificio di uomo. Non di Dio.

Uno è il Vangelo: il mio.
Una è la Chiesa: la mia, Cattolica Romana.
Uno è l'Altare: quello consacrato dall'olio, dall'acqua e dal vino; quello fondato sulle ossa di un martire e di un santo di Dio.
Una è la Croce: la mia.

Quella da cui pende il Corpo del Figlio di Dio: Gesù Cristo; quella che ripete la figura del legno che Io ho portato con infinito amore e con tanta fatica sino alla cima del Calvario. Non ci sono altre croci. Vi possono essere altri segni, dei geroglifici simili a quelli scolpiti negli ipogei dei Faraoni o sulle stele degli aztechi, segni, niente più che segni di uomo o di Satana, ma non croci, ma non simbolo di tutto un poema di amore, di redenzione, di vittoria su tutte le forze del Male, quali che siano.

Dal tempo di Mosè ad ora, e da ora al momento del Giudizio, una sarà la croce: quella simile alla mia, quella che portò per primo il "serpente", simbolo di vita eterna, quella che portò Me, quella che Io porterò con Me quando vi apparirò Giudice e Re per giudicare tutti: voi, o miei benedetti credenti nel mio Segno e nel mio Nome; e voi, maledetti, parodisti e sacrileghi che avete abbattuto dai templi, dagli stati e dalle coscienze il mio Segno ed il mio Nome sostituendovi la vostra sigla satanica e il vostro nome di satanici.

Uno è il Sacrificio: quello che ripete misticamente il mio, e nel pane e nel vino vi dà il mio Corpo e il mio Sangue immolato per voi. Non vi è altro corpo e altro sangue che possano sostituire la Gran Vittima. E il sangue ed i corpi che voi immolate, o feroci sacrificatori di chi vi è soggetto e dei quali disponete - poiché ne avete fatto corpi di galeotti al remo, marcati del vostro segno come fossero bestie da macello, resi incapaci anche di pensare poiché avete rubato, interdetto, colpito questa sovranità dell'uomo sui bruti, e di esseri intelligenti avete fatto una enorme mandra di bruti su cui agitate lo staffile ed ai quali minacciate "morte" anche se osano, soltanto nel loro interno, giudicarvi - e questo sangue e questi corpi non celebrano, non sostituiscono, non servono, no, al sacrificio.

Il mio vi ottiene grazie e benedizioni. Questo vi ottiene condanna e maledizioni eterne.

Sento e vedo i gemiti e le torture degli oppressi, che voi sgozzate nell'anima e nella mente più ancora che nel corpo. Non uno dei vostri soggetti è salvo dal vostro coltello che li svuota della libertà, della pace, della serenità, della fede, e che fa di loro degli ebeti morali, degli spauriti, dei disperati, dei ribelli. Sento e vedo i rantoli degli uccisi e il sangue che bagna il "vostro" altare. Povero sangue per il quale Io ho una misericordia che supera ogni misura ed al quale perdono anche l'errore, perché già l'uomo si è fatto ad esso punizione e Dio non infierisce là dove già si è espiato.

Ma vi giuro che di quel sangue e di quei gemiti farò il vostro tormento eterno. Mangerete, rigurgiterete, vomiterete sangue, affogherete in esso, avrete l'anima rintronata fino ad impazzire di quei rantoli e di quei gemiti e sarete ossessionati da milioni di larve di volti che vi grideranno i vostri milioni di delitti e vi malediranno. Questo troverete là dove vi attende il padre vostro, re della menzogna e della crudeltà. E dove è fra voi il Pontefice, il Sacerdote per la celebrazione del rito? Carnefici siete e non sacerdoti. Quello non è un altare: è un patibolo. Quello non è un sacrificio: è una bestemmia. Quella non è una fede: è un sacrilegio.

Scendete, o maledetti, prima che Io vi fulmini con una morte orrenda. Fate una morte almeno da bruti che si ritirano nella tana per morire, sazi di preda. Non attendete su quel vostro piedestallo di dèi infernali che Io vi consegni all'espiazione, non dello spirito, del vostro corpo di belve, e vi faccia morire fra i ludibri della moltitudine e le sevizie dei seviziati d'ora. Vi è un limite. Ve lo ricordo. E non vi è pietà per chi scimmiotta Dio e si rende simile a Lucifero.

E voi, o popoli, sappiate esser forti nella Verità e nella Giustizia. Le umane filosofie e le umane dottrine sono tutte inquinate di scorie. Quelle di ora sono sature di veleno. Coi serpenti velenosi non si scherza. Viene l'ora che il serpente esce dall'incantamento e vi vibra il morso fatale. Non lasciatevi avvelenare.

Rimanete uniti a Me. In Me è giustizia, pace e amore. Non cercate altre dottrine. Vivete l'Evangelo. Sarete felici. Vivete di Me, in Me. Non conoscerete le grandi gioie corporali. Io non le do, queste: do le gioie vere che non sono unicamente godimento della carne ma anche dello spirito, le gioie oneste, benedette, sante, che lo ho concesse e sancite, quelle alle quali non ho ricusato di prendere parte.

La famiglia, i figli, un onesto benessere, una patria prospera e tranquilla, una buona armonia coi fratelli e con le nazioni. Ecco quello che Io chiamo santo e che benedico. In esso avete anche salute, perché la vita familiare, onestamente vissuta, dà sanità al corpo; in esso avete serenità, perché un commercio o professione, onestamente compiuti, danno tranquillità di coscienza; in esso avete pace e prosperità di patria e di paese, perché, vivendo in buona armonia coi compaesani e con i popoli vicini, evitate i rancori e le guerre.

Nel vostro sangue fermenta il veleno di Satana, Io so, poveri figli miei. Ma Io vi ho dato Me stesso per controveleno. Io vi ho insegnato a incidere su voi, in voi, il mio Segno che vince Satana.

Circoncidetevi lo spirito di Me. Ben più alta e perfetta circoncisione! Essa leva alla vostra carne quelle cellule in cui si annidano i germi di morte e vi innesta la Vita che Io sono. Essa vi spoglia dell'animalità e vi riveste di Cristo. Essa vi seppellisce come figli di Adamo colpevole, e colpevoli voi pure per colpa originale e per colpe proprie, nel Battesimo e nella Confessione di Cristo, e vi fa risorgere figli dell'Altissimo.

Non separatevi da Me. Oh! Io bene vi porterò ai Cieli se rimarrete parte di Me, ed anche - poiché non siete tutti "cielo", ma sempre in voi resta un poco del fango della Terra - ecco, Io ve lo prometto che la benedizione del Padre non mancherà neppure su questo vostro limo, perché non potrà il Padre che benedire il Figlio suo, e la mia Potenza vi adombrerà talmente - se rimarrete in Me, se con Me pregherete dicendo "Padre nostro" così come Io vi ho insegnato - che il Padre vi darà e il Regno dei Cieli, come è chiesto nella prima parte, e il pane quotidiano e il perdono delle colpe, come è chiesto nella seconda.

Se rimanete in Me, come bambini nel seno della madre, il Padre nostro non potrà vedere che la veste che vi veste: Io, vostro Redentore, vostro Generatore al Cielo e Figlio suo; e sul Figlio, oggetto di tutte le sue compiacenze, per il quale ha fatto, oltre a tutte le cose, anche il perdono e la gloria, per gioia del suo Figlio, che vi vuole perdonati e gloriosi, farà piovere le sue grazie.

La vostra morte Io l'ho distrutta con la mia. Le vostre colpe Io le ho annullate col mio Sangue. In anticipo Io le ho riscattate per voi. Tutto ho reso impotente a nuocervi nella vita futura inchiodando il vostro male, da Adamo ad ogni singolo di voi, alla mia croce. Posso dire di aver consumato tutto il veleno del mondo suggendo la spugna intrisa di fiele e aceto del Golgota e di avervi restituito quel Male in Bene perché, morendone, l'ho distillato e dalla mistura di morte ne ho fatta acqua di Vita, scaturita dal mio petto squarciato.

Rimanete in Me con purità e fortezza. Non siate ipocriti ma sinceri nella Fede. Non sono le pratiche esteriori quelle che costituiscono fede e amore. Queste le hanno anche i sacrileghi, che se ne servono per ingannare voi e procurarsi delle glorie umane. Questo voi non dovete essere. Ricordatevi che, come vi ho rigenerati alla Vita della Grazia alla quale eravate morti, così vi ho risuscitati con Me alla Vita eterna. Mirate dunque a quel luogo di Vita. Cercate tutte le cose che vi sono moneta per entrarvi. Tutte le cose dello spirito: la Fede, la Speranza, la Carità, le altre Virtù che fanno dell'uomo un figlio di Dio.

Cercate la Scienza che non erra: quella contenuta nella mia dottrina. Questa è quella che vi rende capaci di guidarvi in modo che il Cielo sia vostro.

Cercate la Gloria. Non la irrisoria e sovente colpevole gloria della Terra, che Io condanno sovente, e sempre non giudico essere vera gloria, ma unicamente missione che Dio vi dà perché ve ne facciate un mezzo per giungere alla celeste Gloria. La Gloria vera si ottiene con un capovolgimento dei valori del mondo. Il mondo dice: "Godete, accumulate, siate superbi, prepotenti, senza cuore, odiate per vincere, mentite per trionfare, incrudelite per imperare". Io vi dico: "Siate moderati, continenti, senza sete di carne, di oro, di potenza; siate sinceri, onesti, umili, amorosi, pazienti, miti, misericordiosi. Perdonate chi vi offende, amate chi vi odia, aiutate chi è meno felice di voi. Amate, amate, amate".

In verità vi dico che non un atto di amore, anche se minimo come un sospiro di compassione verso chi soffre, passerà senza ricompensa. Infinita ricompensa in Cielo. Già grande ricompensa, non comprensibile altro che da chi la prova, anche sulla Terra. Ricompensa della pace di Cristo a tutti i miei buoni, della luminosità della Parola ai "buonissimi" nei quali Io vengo per trovare il mio conforto. Miei cari figli, che amo di un amore ben più grande di tutto l'odio che circola come fluido infernale sulla Terra, amatemi a vostra volta; qualunque cosa facciate o diciate, fatelo in nome del vostro Gesù, rendendo così, per mezzo di Lui, grazie a Dio Padre vostro, e la grazia del Signore permarrà su voi come un usbergo sulla Terra e un'aureola sicura per il Cielo."

 

Maria Valtorta: I Quaderni

Maria Valtorta: I Quaderni

Maria Valtorta Il 23 aprile 1943, un venerdì santo, Maria Valtorta sentì una voce, già nota al suo spirito, che la spronava a scrivere e così iniziò la prima pagina di una prodigiosa produzione letteraria che finì solo con la sua morte. Gli scritti del primo anno, a parte l'Autobiografia, pubblicata in uno specifico volume, sono raccolti in un volume intitolato I quaderni del 1943 . Sono soprattutto istruzioni e lezioni per i tempi che viviamo e in vista dei tempi ultimi, con forti richiami alla Legge di Dio, illustrata come espressione dell'Amore e della Giustizia. Attingendo ampiamente alle Sacre Scritture (specialmente ai libri profetici e sapienziali dell'Antico Testamento e al libro dell'Apocalisse), sviluppano temi dottrinali, celebrano la figura della Vergine Maria, attestano la missione delle "anime vittime" e mostrano la quotidiana esperienza ascetica della scrittrice, favorita anche dalle apparizioni celesti. Questo volume raccoglie gli scritti di 11 quaderni autografi per un totale di 1338 pagine. Bisogna precisare ancora una volta che Maria Valtorta uscì da casa l'ultima volta il 4 gennaio 1933 e dal 1 aprile 1934, giorno di Pasqua, non si levò più dal letto. Se si esclude un intervento divino nell'ispirazione e nella composizione dei suoi scritti, diventa assai difficile immaginare come, senza la possibilità di consultare testi specializzati, una povera inferma abbia potuto scrivere di getto e senza correzioni, libri di così alto contenuto teologico senza cadere mai in errori o contraddizioni.
Brani estratti dalle opere di Maria Valtorta con il permesso dell’editore Centro Editoriale Valtortiano srl, - Viale Piscicelli, 89/91 - 03036 Isola del Liri, (FR - Italia), www.mariavaltorta.com, al quale appartengono i diritti sulle opere di Maria Valtorta.