Dice Gesù: (CEV) "I Quaderni 1943", p.169 - "Considera il mio Fulgore e la mia Bellezza rispetto alla nera mostruosità della Bestia. Non avere paura di guardare anche se è spettacolo repellente. Sei fra le mie braccia. Esso non può accostarsi e nuocerti. Lo vedi? Non ti guarda neppure. Ha già tante prede da seguire.
Ora ti pare che meriti lasciare Me per seguire lui? Eppure il mondo lo segue e lascia Me per lui.
Guarda come è satollo e palpitante. È la sua ora di festa. Ma guarda anche come cerca l'ombra per agire. Odia la Luce, e si chiamava Lucifero! Lo vedi come ipnotizza coloro che non sono segnati dal mio Sangue? Accumula i suoi sforzi perché sa che è la sua ora e che si avvicina l'ora mia in cui sarà vinto in eterno.
La sua infernale astuzia e intelligenza satanica sono un continuo operare di Male, in contrapposto al nostro Uno e Trino operare di Bene, per aumentare la sua preda. Ma astuzia e intelligenza non prevarrebbero se negli uomini fossero il mio Sangue e la loro onesta volontà. Troppe cose mancano all'uomo per avere armi da opporre alla Bestia, ed essa lo sa e apertamente agisce, senza neppure più velarsi di apparenze bugiarde. La sua schifosa bruttezza ti spinga ad una sempre maggiore diligenza e a una sempre maggiore penitenza. Per te e per i tuoi disgraziati fratelli, che hanno l'anima orba o sedotta e non vedono, o, vedendolo, corrono incontro al Maligno, pur di averne l'aiuto di un'ora da pagare con una eternità di dannazione."
Maria Valtorta: "Devo spiegare io, se no non ci capisce nulla. È dalla sera del 18 (luglio 1943) che il buon Gesù mi fa vedere una bestiaccia orrenda, ma così orrenda che mi dà ribrezzo e voglia di urlare. Il suo nome è noto. E il buon Gesù mi fa capire che quell'aspetto è sempre inferiore alla realtà, perché nessuna realtà umana può giungere a impersonare con esattezza la suprema Bellezza e la suprema Bruttezza. Ora le descrivo la bestiaccia.
Mi pare di vedere un gran buco nero nero e profondissimo. Comprendo che è profondissimo, ma non ne vedo che l'orifizio, tutto occupato da un mostro orribile. Non è serpe, non è coccodrillo, non è dragone, non è pipistrello, ma ha, di tutti e quat tro, qualcosa. Testa lunga e puntuta senza orecchie e con due occhi sornioni e feroci che sono sempre in caccia di preda, una bocca vastissima e armata di ben aguzzi denti, sempre intenta ad acchiappare a volo qualche incauto che arriva a portata delle sue mandibole.
La testa insomma ha molto di quella del serpe per la forma e del coccodrillo per i denti. Collo lungo e flessibile che permette molta agilità alla testa tremenda. Un corpaccio lubrico ricoperto da una pelle come quella delle anguille (per intendersi) ossia senza scaglie, di colore fra il ruggine, il viola, il bigio scuro... non saprei. Ha persino il colore delle sanguisughe. Alle spalle e alle anche (dico "anche" perché là finisce il ventre palpitante e gonfio di preda e comincia la lunga coda che termina a punta) sono quattro zampacce corte e palmate come quelle del coccodrillo. Alle spalle due alacce da pipistrello.
La bestiaccia non muove il gran corpo schifoso. Muove solo la coda che si divincola a "esse" qua e là, e muove la testa orribile dagli occhi fascinatori e dalle mascelle sterminatrici. Misericordia divina! Che brutta bestiaccia! Dal suo antro nero sprigiona tenebra e orrore. Le assicuro che ieri, che la vedevo con tutta la sua più viva esattezza e non capivo che ci stesse a fare mi veniva voglia di urlare di ribrezzo. Meno male che vedevo che verso di me non guardava mai come per ripulsione. Reciproca ripulsione se mai. Se questo è una pallida raffigurazione di Satana, che sarà mai lui? Roba da morire due volte di fila solo a vederlo!
Meno male anche che, se in un angolo era la bestiaccia, vcino vicino era il mio Gesù bianco, bello, biondo... Luce nella luce! Confrontando la luminosa, confortevole figura del Cristo con quella dell'altro, il suo sguardo dolcissimo, chiaro, con quello bieco dell'altro, c'è proprio da compiangere gli infelici peccatori destinati al secondo perché hanno respinto Gesù.
Ebbene, ora che l'ho visto... vorrei non vederlo più, perché è troppo brutto. Pregherò perché il meno possibile di disgraziati vada a finire nelle sue grinfie, ma prego il buon Dio di levarmi questa vista. Oggi è meno viva e ne sono gratissima al Signore. E ancora più grata perché la cara Voce mi fa capire il perché di quella visione, che ieri mi terrorizzava credendola destinata a me per avvertimento."
Maria Valtorta: I Quaderni